Con grande tenerezza e dissacrante ironia Bidibibodibiboo racconta le scelte e le rinunce, i sogni e le grandi paure di una genera- zione alle prese con un mondo del lavoro drammaticamente spietato. Francesco Alberici (Premio Ubu 2021 Miglior attore/performer under 35 e protagonista della serie web Educazione Cinica) traccia un ritratto al vetriolo della disastrosa situazione in cui versa il mondo del lavoro ai giorni nostri. Bidibibodibiboo, testo finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro, racconta le traversie di un giovane impiegato: assunto a tempo indeterminato da una grande azienda, e forse preso di mira da un superiore, il ragazzo precipita lentamente in una spirale persecutoria che trasforma in un incubo le ore trascorse sul posto di lavoro. La giuria della 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro ha sottolineato come “con un’efficace e misurata composizione, l’autore, racconti con asciutta verosimiglianza ed efficacia, la caduta agli inferi aziendali del protagonista: attacchi, vergogna, licenziamento, omissione, liberazione.”
DANIELE
Vede, mio fratello è stato messo all’angolo, io c’ero, me lo ricordo.
Lo hanno massacrato psicologicamente. Obiettivi sfidanti,
messe alla prova, tutto questo linguaggio schifoso,
intriso di di competizione, come se fosse una gara
come se te lo dovessi meritare di lavorare
non è un diritto è una concessione che che ti fanno, perché te la meriti
e se non te la meriti, ti ti puniscono, ti vessano, ti sfiancano
e poi, quando sei una bestia ferita e docile, ti propongono di essere licenziato, non restarci male è un’occasione, non una sconfitta.
Estratto da Bidibibodibiboo di Francesco Alberici
NOTE DI REGIA
Il titolo è ispirato all’opera quasi omonima di Maurizio Cattelan, nella quale uno scoiattolino è riverso su un tavolo, in un interno casalingo anni ’50 e si è appena sparato un colpo alla testa. Lo squallore di questo interno – con il tavolo e le sedie moderne, in frassino chiaro e formica gialla, le stoviglie sporche buttate nel lavandino e la muffa sulla caldaia – rende alla perfezione l’atmosfera che immaginavo mentre scrivevo. Il testo racconta di due fratelli. Uno è dipendente in una grande e nota multinazionale e, preso all’improvviso di mira da un superiore, inizia a vivere un incubo che terminerà col suo licenziamento. L’altro, che fa l’autore teatrale, decide di raccontare pubblicamente la vicenda del fratello, portandola in scena. Se da un lato volevo raccontare la vergogna e la frustrazione del fratello che ha problemi sul lavoro, dall’altro ci tenevo a ragionare sulla delicata operazione che porta a trasformare un vissuto reale in arte. Sono tanti i temi di questo spettacolo: il modello delirante di cultura aziendale che si sta imponendo a livello globale, in cui i lavoratori sono spinti a raggiungere standard che le stesse aziende definiscono con orgoglio “irragionevolmente alti” e ai dipendenti viene spiegato che quando “si arriva al limite”, a causa dei ritmi di lavoro implacabili, non resta altra soluzione che “superare quel limite”; i percorsi di vita che portano i due fratelli a compiere scelte differenti, scelte in cui la volontà ha un ruolo più marginale di quanto non si creda. La precarietà riguarda ormai sia chi la sceglie deliberatamente, come me, sia chi cerca di costruirsi una vita più stabile. Nessuno è indenne. I nuovi colossi globali del mondo capitalista non stanno ridisegnando soltanto le dinamiche del lavoro, ma anche delle nostre vite. Termini e concetti aziendali hanno invaso il nostro linguaggio – performance, competizione, miglioramento di sé, ottimizzazione – e ridefinito la nostra idea del tempo: ormai il tempo libero non è altro che tempo perso.
Francesco Alberici
Francesco Alberici (Milano, 1988) è attore, autore e regista di teatro, protagonista della famosa serie web Educazione Cinica. Nel 2021 vince il Premio UBU come miglior attore/performer under 35 ed è tra i cinque finalisti della 56° edizione del Premio Riccione col suo testo Bidibibodibiboo, tradotto in quattro lingue. Dopo aver lavorato per alcuni anni nella compagnia milanese Quelli di Grock, fonda assieme a Claudia Marsicano, Daniele Turconi e Salvatore Aronica la propria compagnia Frigoproduzioni. Dal 2016 lavora regolarmente con Deflorian/Tagliarini, come interprete e collaboratore alla drammaturgia – per loro nel 2020 è unico interprete dello spettacolo Chi ha ucciso mio padre, testo di Edouard Louis. Nel 2019 insieme a Silvia Gussoni traduce Realismo Globale, raccolta di scritti di Milo Rau edita da CuePress. Nel 2021 firma assieme a Enrico Baraldi la drammaturgia di Non Tre Sorelle, vincitore del Premio Nazionale della critica ANCT. Tra le ultime collaborazioni quella con Babilonia Teatri, insigniti nel 2016 del Leone d’Argento, nello spettacolo Pietre Nere, e con Liv Ferracchiati in Hedda Gabler. Come una pistola carica.