Il mio corpo è come un monte, con Daniele Giacometti, Giulia Odetto, Lidia Luciani, è un lavoro che parte dall’espressione di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna. Logicamente è un desiderio che non potrà mai essere soddisfatto. Tuttavia, la potenza del desiderio è in grado di togliere forza alle regole della razionalità. Affidandosi ad altri livelli di percezione e puntando su un immaginario vivido e stimolato, il corpo umano può essere visto come una montagna e poi addirittura percepito tale, non solo nella forma, ma anche nella sua essenza. La performance è un tragitto visivo e sonoro in questo desiderio.
L’ambientazione sonora è fondamentale per creare il sistema percettivo presentato; accompagna la performance creando una composizione continua dall’effetto ipnotico. È principalmente composta da suoni creati in diretta con l’elemento roccia – amplificato e maneggiato direttamente dai performer.
La composizione visiva – assieme a quella sonora – è utilizzata come psicopompo, per traghettare lo spettatore in un luogo percettivo – non fisico, ma immaginifico – frutto della risultante degli stimoli ricevuti. La visione non è un semplice processo fisiologico, il mondo che ci circonda non si riduce a quello che vediamo. Il Vedere è il risultato di una trasformazione del mondo esterno – fisicamente esistente – in un mondo percettivo, in cui giocano un ruolo importante cultura, coscienza, immaginario e persino lo stato d’animo dell’osservatore. Utilizzando differenti tipologie di materiali visivi e mettendoli a confronto accompagneremo lo spettatore a considerare ed esperire nuovi e diversi punti di vista aiutandolo così ad uscire da una visione logica fisica per esplorare ed ampliare i confini di una visione non fisica, e – appunto – immaginifica. Il corpo è il medium, l’elemento fisico che permette di relazionarsi con l’elemento roccia, sempre presente in scena con una striscia di pietre, sineddoche di montagna. Il corpo cerca di fondersi con la roccia, tentando di farne parte, di sentire il suo tempo, prendendo la sua forma. L’utilizzo della videocamera in presa diretta permette di lavorare sui dettagli fisici, isolarli dal loro contesto per crearne uno nuovo – ed immaginifico – in scena e nella mente dello spettatore per allenarlo a slegarsi dalla razionalità e intuire la possibilità dell’irrazionale. Ossa, disarticolazioni, contrazioni, curve fisiche sono i primi elementi indagati e valorizzati. Allo stesso tempo un altro tentativo è quello emotivo di diventare una montagna – una strada esplorata a livello fisico dove le ossa si spaccano come rocce al sole generando frane fisiche e personali. Il corpo umano diventa montagna in scena grazie ad uno studio combinato di inquadrature e movimento, in una composizione creata in diretta.
Progetto selezionato da Powered by REf 2021
Presentazione secondo studio
concept, testi e regia Giulia Odetto
con Daniele Giacometti, Lidia Luciani, Giulia Odetto
assistente alla regia e alla drammaturgia Antonio Careddu
video e luci Daniele Giacometti
ambientazione sonora Lorenzo Abattoir
con il tutoraggio di Filippo Andreatta
Progetto selezionato da Powered by REf 2021
Co-prodotto da Romaeuropa Festival e Mirabilia – International Circus & Performing Arts Festival
Progetto vincitore di KOMMTANZ 2022 promosso dalla compagnia Abbondanza/Bertoni parte di PASSO NORD, centro di residenze artistiche del Trentino Alto Adige – Südtirol
In collaborazione con OHT – Office for a Human Theatre