10 Dicembre 2023
17.00
ore 17:00

Teatro - Bambini

ANAPODA

PINDOC

ANAPODA – dal greco, “sottosopra” – nasce dall’urgenza di capovolgere ogni logica sfidando la percezione visiva ordinaria e giocando con i propri miti e mostri interiori, per farli incontrare con lo sguardo di chi, osservando a sua volta, capovolgerà ancora la visione seguendo la propria percezione razionale ed emotiva. Un giro di giostra, di occhi, di maschere e identità ispirate all’immaginario della fotografa spagnola Ana Hell. Due donne dall’aspetto bizzarro vengono catapultate in un mondo sottosopra dove frammenti di vissuto e stereotipi idealizzati dalle svariate personalità si mescolano, trasportate in un’altra dimensione dove tutto scorre al contrario. Un mondo ribaltato nel quale il cielo diviene pavimento in una continua illusoria percezione del corpo.

Lo spettacolo è popolato da delle maschere in carne e ossa: le schiene. Queste maschere, ispirate alla serie di fotografie Secret Friends della fotografa Ana Hell, creano un mondo “altro”, abitato interamente da questi bizzarri e surreali personaggi. L’artificio consiste nel disegnare sulla schiena i tratti di un volto, una bocca e degli occhi, nel restare piegate con la testa in giù in modo che il cielo divenga pavimento con tutti i limiti fisici del capovolgimento. Nel momento in cui si torna su in posizione verticale, nella nostra abituale posizione, la figura intera e reale diviene paradossalmente, nel gioco dell’illusione ottica, quella aliena e distante da noi. Un’immagine nell’acqua proietta se stessa nel riflesso del suo mondo capovolto, lasciando emergere quella parte segreta. Condividere le possibilità fisiche di un corpo scomodo, messo in difficoltà, in nuove dinamiche fisiche che, se da una parte ostacolano il movimento, dall’altra danno la possibilità di aprire a nuovi modi di muoversi. In una società dove purtroppo molte cose vanno sottosopra il nostro intento è quello di creare un mondo surreale, ricco di illusioni dove il sottosopra serve a svelare un mondo onirico, in un tempo sospeso, nel quale il contrario svela una realtà intima segreta. Capire come si può passare da un piccolo disegno o tratto di trucco sul corpo alla formazione di un’espressione facciale: quasi come uno di quei giochi di enigmistica dove bisogna unire vari punti per formare un’immagine. Anche se il processo cognitivo e razionale è molto legato all’immagine e al feedback visivo, spesso il processo ci regala occasioni di scoperta di universo emotivo sommerso, legato al nostro vissuto e ad ideali, convenzioni sociali di cui, nostro malgrado, talvolta inconsapevolmente siamo intrise. Interrogandoci sulla necessità che abbiamo e che abbiamo avuto di vestirci di qualcosa per dare ai nostri corpi, testimoni e templi delle nostre esistenze, un senso.
La scena è popolata da vari personaggi tutti al femminile. Un universo parallelo animato da svariati prototipi di persona, opposti tra loro, sbucati fuori spontaneamente dai nostri vissuti, dai quei modelli di riferimento spesso idealizzati che hanno segnato un momento del nostro percorso di crescita come persone. Universi di riferimento, miti e mostri insomma, tutti personificazione di desideri, illusioni e archetipi spesso presenti nel terreno psichico del femminino.

di e con Federica Aloisio e Matilde Bignamini
costumi Sabrina Vicari (Consuendi)
luci Danila Blasi
musiche Angelo Sicurella
produzione PinDoc
con il contributo del MIC e della Regione Siciliana